Tra il 1151 e il 1154 un abate islandese, Nikulas di Munkathvera, del monastero di Thingor, intraprese un lungo e faticoso pellegrinaggio: partito dalla lontana Islanda in barca, approdato in Danimarca, intraprese la propaggine europea della Via Francigena, che lo condusse, valicate le Alpi e traghettato il fiume Po, fino a Roma; ma da qui volle ripartire, riprendendo la via del mare a Brindisi, alla volta di Gerusalemme per visitare anche il Santo Sepolcro. Nikulas, vir sapiens et celeber, memor et multisciens, prudens et verax, stese un diario del suo lungo viaggio, giunto fino a noi nel testo originario in antico norvegese. Egli ha annotato scrupolosamente le strade percorse, ma anche le vie alternative, i tempi di percorrenza da una tappa a quella successiva; la sua testimonianza fornisce preziose notizie sui luoghi visitati dai pellegrini, sulle chiese, sugli ospedali e perfino sulle popolazioni, di cui Nikulas vuole ricordare alcune storie religiose locali o episodi di mitologia germanica. |