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Far East Film 1999

     Dal 10 al 18 aprile, a Udine, e' stata ospitata la piu' importante rassegna europea sul cinema dell'estremo oriente. Organizzato dal Centro Espressioni Cinematografiche, che gestisce il cinema Ferroviario, il festival si e' svolto nel bellissimo teatro Giovanni da Udine (capace di lasciare incantati alcuni giornalisti inglesi nell'osservazione della sua futuristica struttura).

     Dopo il grande successo che l'Hong Kong Film aveva riscosso l'altr'anno, il CEC ha pensato bene di fare le cose in grande, facendo entrare in campo sponsor illustri come la linea aerea Cathay Pacific, la Hong Kong Tourist Association, la provincia, il comune e chissa' cos'altro. Non potevamo quindi perderci l'evento, e ci siamo quindi gettati tra la marea di giornalisti provenienti un po' da tutta Europa; abbiamo visto ben sette film in anteprima europea o mondiale e ottenuto autografi da famosissimi (??) registi e attori orientali con tanto di dedica; siamo passati davanti alle telecamere di Canal+ salutando sorridenti l'obbiettivo e l'ultima sera abbiamo intrapreso una conversazione in inglese (nota bene: in inglese ) con quel simpaticone del regista di Forever Fever. L'evento e'stato cosi' internazionale che il presentatore era un critico britannico di nome Derek, con la capigliatura identica a Woody Allen e un gusto osceno per gli abbinamenti di colori.

     La proiezione dei film iniziava alle nove del mattino e proseguiva fino a notte fonda, presentando pellicole provenienti da Singapore, Corea del Sud, Taiwan, Cina e soprattutto Hong Kong. Gli eventi principali iniziavano comunque dalle otto di sera in poi, con grandi anteprime accompagnate da registi e attori di ogni pellicola, che si sprecavano in brevi dialoghi prima del film (al protagonista di Expect the unexpected "Cosa ci racconta della trama?" "Well... it's unexpected". Ah, ah, hanno riso solo i cinesi). In ogni caso la qualita' dei film presentati e'stata decisamente alta, tanto da farci quasi vergognare delle produzioni occidentali di maggior successo. Si spaziava da commedie rosa curatissime (vedi il divertente Your place or mine) a polizieschi sofisticati come The suspect di Ringo Lam. E con The longest summer, meraviglioso film sullo storico passaggio di Hong Kong alla Cina abbiamo veramente toccato l'apice. Fruit Chan ha creato una tragedia che allo stesso tempo sembra una farsa. Malinconica, drammatica, piena di immagini simboliche e surreali; meriterebbe un articolo a parte. Molto originale il coreano The quiet family, espressione di una societa' violenta e contradditoria, meno Expect the unexpected, un misto tra un videogioco e un serial-tv poliziesco. Assolutamente imperdibile il gala finale, con tanto di ottimi pasticcini nell'atrio. Il teatro e' stato totalmente riempito di spettatori, il vecchio Derek ha salutato mezza Udine in italiano, e sempre in italiano, il regista di Forever Fever ha detto cretinate per un quarto d'ora al pubblico, facendo evidentemente finire il film quindici minuti in ritardo. Non ho ben capito come, ma quest'ultimo e' riuscito a far alzare in piedi tutto il teatro e a scattare una foto mentre tutti in coro urlavamo "Forza Udinese" su sua volonta'. La folla e' andata prevedibilmente in delirio e gli applausi sono stati ben piu' lunghi del solito.

     Il sindaco di Udine, che aveva partecipato a quasi tutte le serate del festival, ha poi annunciato il vincitore per il film piu' votato dagli spettatori, leggendo il titolo prima in inglese e poi in friulano (!!). Gli applausi non si sono fatti attendere e gli spettatori e giornalisti stranieri sono parsi piu' entusiasti di noi alla vicenda (e probabilmente non avevano neppure capito il perche' del plauso).

     Il Far East Film e' stato quindi un grande avvenimento, organizzato in maniera eccellente e finalmente appropriata per un festival ad attrazione mondiale come questo (va ricordato che l'Hong Kong Film dell'anno passato si era svolto al piccolo cinema Ferroviario). L'unico appunto riguarda proprio il pubblico che poteva essere ben maggiore (al di fuori delle serate principali il teatro non era mai del tutto pieno), anche considerando che gli spettacoli erano del tutto gratuiti.



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(c)1999 by Matteo Treleani