Drammatico.
"My name is Joe" fa parte della marea di titoli inglesi che invadendo
ultimamente le nostre sale, fanno parte della cosidetta rinascita del
cinema britannico. L'idea (fin'ora decisamente riuscita) e' quella di
puntare su prodotti medi di buona qualita', generalmente commedie
agro-dolci su problemi attuali: la disoccupazione soprattutto (vedi
"Grazie signora Tatcher" o "Full monty"). Quest'ultima opera di Ken
Loach, in linea col trend di qui sopra, parla di un disoccupato,
ex-alcolizzato (Peter Mullan, premiato a Cannes) che sopravvive grazie
ai servizi sociali e a lavoretti vari. La sua vita si risolve
nell'allenare una squadra di calcio provinciale a cui tiene in modo
quasi ossessionante. Arriverara' a rischiare la sua stessa vita per
tirar fuori da una brutta vicenda di droga e malavitosi uno dei
giocatori (ma il finale sara' prevedibilmente tragico). Ambientato in
una Glasgow grigia e uniforme, "My name is Joe" spazia da scene di
dubbio humour inglese (come quella della macchina rovinata dalla vernice
del protagonista), a storie d'amore e drammi piuttosto stereotipati. Il
lato tecnico e' decisamente ben curato (come al solito nei film
inglesi), ma l'originalita' quasi assente. Comunque sia, il film si
lascia guardare e riesce a coinvolgere lo spettatore fin dall'inizio.
Come ci si aspettava, "My name is Joe" e' un prodotto medio di buona
qualita'. Interpreti: Peter Mullan, Louise Goodall, Gary Lewis, Lorraine Mc Intosh Anno: GB 1999 |