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La leggenda del pianista sull'oceano

locandina

Drammatico. Uscendo dal cinema, dopo aver visto "La leggenda del pianista sull'oceano", vi sembrera' di essere ancora su quella nave di inizio secolo, sul Virginian, nel suo tragitto da Genova a New York, passando per Napoli e Southampton, con il jazz composto da Ennio Morricone, che contiuna a riecheggiare in quegli splendidi saloni, e le incantevoli immagini del film ancora impresse negli occhi. Tornatore, con questo kolossal da 40 miliardi (la piu' alta cifra mai spesa per un film in Italia), ha realizzato un'opera meravigliosa, poetica, sognante. In due ore e quaranta minuti, l'autore di "Nuovo cinema paradiso", "L'uomo delle stelle" e "Una pura formalita'", ha portato sul grande schermo la breve novella Novecento di Barrico. Ed e' proprio Novecento il nome che viene dato a un orfanello, trovato sulla nave Virginian il capodanno del primo anno di questo ventesimo secolo. Quell'orfanello crescera' e morira' su quella nave, diventera' un geniale pianista, senza mai scendere da essa. Il mondo gli passera' davanti tramite i passeggeri del Virginian. Dai suoi ponti sentira' l'urlo "America !" degli emigranti, alla vista di una Statua della Liberta' e di una New York, quasi disegnate all'orizzonte, come in un sogno, o in una favola illustrata. Novecento si innamorera' sul Virginian, ma quella ragazza, rimarra' sempre lontana, dietro l'oblo' (un'immagine bellissima e onirica), perche' lei, al contrario del pianista, sara' costretta a scendere da quella nave.
Sarebbe difficile trovare un punto debole in "La leggenda del pianista sull'oceano", dalle interpretazioni (Tim Roth e' a dir poco bravissimo), ai movimenti di camera, dalle inquadrature a molte, fantastiche scene, tutto e' stupendo. La colonna sonora accompagna le immagini in un modo magistrale. Come non dimenticarsi il duello musicale tra Novecento e il pianista inventore del Jazz ? O ancora l'esecuzione di alcuni pezzi fuori da ogni limite, durante una tempesta, con il pianoforte che scivola per i saloni ? Ma la mia scena preferita e' quella in cui il protagonista descrive alcuni passeggeri con la musica. Ormai e' evidente che il cinema italiano e' uscito dalla crisi. Un film cosi' bello, cosi' intenso e capace di emozionare lo spettatore, non si vedeva da molto tempo.


Regia: Giuseppe Tornatore
Interpreti: Tim Roth, Pruitt Taylor Vince, Melanie Thierry, Bill Nunn
Anno: Italia, 1998