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Introduzione

     "Mentre ero a New York, un amico mi informò di aver assistito alla sincronizzazione sonora di un film e predisse che in breve essa avrebbe rivoluzionato l'intera industria cinematografica. Non ci pensai più per qualche mese, finché la WARNER BROTHERS non produsse la sua prima sequenza parlata. Era un film in costume nel quale si vedeva un'attrice molto carina macerarsi in silenzio per un grande dolore ad un tratto nel film entrava un nuovo elemento: il rumore che si sente quando ci si porta all'orecchio una conchiglia marina. Allora l'adorabile principessa diceva : -Sposerò Gregory, a costo di rinunciare al trono-. Fu un colpo tremendo, perché fino a quel momento la principessa ci aveva ammaliato. A misura che il film procedeva il dialogo divenne più ridicolo, ma mai così ridicolo come gli effetti sonori. All'inizio nessuno sapeva dosare il sonoro: il cavaliere errante dentro la sua armatura sferragliava come un'acciaieria; una semplice cenetta in famiglia sembrava l'ora di punta in una trattoria e chi versava l'acqua in un bicchiere faceva un rumore da sfondare i timpani. Uscii dal teatro convinto che il sonoro avesse i giorni contati".

La febbre dell'oro

     Può sembrare strano incontrare questa reticenza al sonoro da parte di Chaplin se si considera che proprio lui sarebbe potuto essere il promotore di questa straordinaria scoperta, infatti già dieci anni prima ricevette una lettera da Eugène Augustin Lauste che, inventore di una macchina da presa in grado di impressionare sulla stessa pellicola il suono e le immagini, e consapevole della popolarità e della disponibilità di Chaplin, volle rendergli nota la sua nuova invenzione.

     Chaplin fu affascinato dall'idea di Lauste e gli scrisse dimostrandosi interessato alla sua invenzione ma questi non diede più notizie di se; "solo lo scoppio della guerra e la mancanza di capitali impedirono a Lauste di arrivare al cinema sonoro con dieci anni di anticipo".

     Quando finalmente il sonoro arrivò per la prima volta sugli schermi, Chaplin era impegnato nelle riprese di The Circus. Era il 1927 ed in America cominciava la grande crisi economica che avrebbe coinvolto anche l'Europa e si sarebbe protratta fino ai primi anni trenta. Una crisi che travolse le strutture sociali e che portò il paese verso un periodo di grave depressione politica. In questa situazione mutevole e pericolosa, i cui riflessi sulla società furono estremamente gravi, il cinema sonoro e parlato attrasse le folle di ogni paese per la novità e suggestione della tecnica. In un periodo in cui le preoccupazioni giornaliere avrebbero dovuto tenere lontano gli uomini dal divertimento, le sale cinematografiche erano frequentate forse più di un tempo. Il nuovo cinema sonoro servì come una sorta di antidoto alla gravità del momento, di fuga dalla realtà quotidiana con i suoi problemi complessi e preoccupanti. Agli inizi al pubblico importava solo che il film fosse sonoro e perciò si trovava disposto ad accogliere benevolmente qualsiasi opera rispondesse a questi requisiti. Era il 1928 quando fu chiaro che non ci sarebbe mai più stato un ritorno al cinema muto e le più importanti case cinematografiche hollywoodiane si dedicarono con entusiasmo al sonoro investendovi ingenti capitali. Chaplin sin dall'inizio si dichiarò nemico del film parlato, anche se dimostrò un interesse immediato verso la sincronizzazione della musica e dei rumori, ma continuò a non far uso di dialoghi facendosi forte di una popolarità che gli permise di guadagnare milioni di dollari con due film tipici degli anni venti: City Lights (1931) e Modern Times (1936).



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(c)1996-97 by Laura Sebastianelli, Georgia Pierucci, Massimiliano D'Ambrosio, Carola Fraleoni, Gabriele Linari, Ambra Canova
Questo materiale è frutto di una ricerca su Charlie Chaplin svolta nell'ambito del corso di "Storia e critica del cinema" della facoltà di Lettere dell'Università di Roma "La Sapienza".